Domenica 21 settembre 2025 - Ore 18:00

A tre voci

Polifonie vocali-strumentali tra tardo Medioevo e primo Barocco

A tre voci

Programma

Anonimo
Dal manoscritto bolognese Q16:
De piage rose duro
Con Gran Disdigno
Lisa dea damisella

Johanes Ciconia (1370-1412)
Una panthera
O Rosa bella

Johannes Tinctoris (1435-1511)
Virgo Dei Trono Digna
Tiziano Citro

Ittal racs (2025)
Omaggio ad Alessandro Scarlatti

Vincenzo Ruffo (1508-1587)
Dai Capricci in musica a tre voci (Milano 1564):
La Gamba en tenor
El travagliato

John Eccles (XVII sec-1735)
Passacaglia in re minore

Andrea Falconieri (1585 o 1586 – 1648)
Folias echa para mi Señora Doña Tarolilla de Caranellos

Il programma indaga, partendo dal presupposto della reversibilità sugli strumenti a fiato – particolarmente i flauti dolci – della musica inizialmente concepita per la voce umana, il repertorio polifonico italiano tra tardo Medioevo e primo Barocco. Si parte da tre brani contenuti nel manoscritto bolognese Q16, un codice di grandissima importanza per la conoscenza della polifonia tardo-medioevale, dove si mescolano composizioni su testo italiano e su testo francese. Si prosegue poi con Johanes Ciconia, autore la cui musica risulta molto evidentemente influenzata da stili diversi: lo stile utilizzato nel nord Italia, come il suo madrigale Una panthera, è combinato con l’Ars nova francese. Lo stile più complesso dell’Ars subtilior si rintraccia nel suo lavoro Sus un fontayne e lo stile tardo medioevale si va trasformando in uno stile melodico più vicino alla musica del rinascimento (ad esempio in O rosa bella, che verrà eseguita in questo concerto come Una Panthera). La parte centrale del concerto vede la presenza di Johannes Tinctoris, famoso soprattutto oggi per la sua opera di teorico, ma, in effetti, grandissimo compositore. Dal 1472 circa, Tinctorisfu al servizio della corte aragonese del re Ferdinando I a Napoli (la sua presenza napoletana ci fornisce lo spunto per indicare il suo nome come eponimo del nostro ensemble, creato nel 2023), dove tra l’altro insegnò musica alla figlia Beatrice d’Aragona e conobbe Franchino Gaffurio, su cui sembra che abbia esercitato notevole influenza. Fu inoltre in contatto con altri esponenti della cultura umanistica tra cui Lorenzo Bonincontri, presente a Napoli sino al 1475. Nonostante il prestigio di cui godé, gli ultimi decenni della vita di Tinctoris sono ancora in parte sconosciuti. Nel 1490 circa lasciò la corte napoletana e probabilmente nei primissimi anni del Cinquecento tornò definitivamente in patria, dopo che, l’11 giugno 1502, rinunciò a Roma alla prebenda di circa 100 ducati assegnatagli dagli Aragonesi. Alexander Ackermann detto Agricola, si trasferì in giovane età in Italia, dove risiedette per grande parte della sua vita, alternando il soggiorno nella penisola con viaggi verso la Francia e i Paesi Bassi. Fu cantore a Milano, nella cappella sforzesca. Il brano in programma è tratto dalla famosa raccolta Harmonice Musices Odhecaton, pubblicata a Venezia nel 1501, prima testimonianza di prodotto editoriale a stampa della storia della musica, comprendente musiche di vari autori. Vincenzo Ruffo operò tra Verona, sua città Natale, e Milano, dove fu al servizio di Alfonso d’Avalos. Il suo stile, assai elaborato, oscilla tra l’influenza franco-fiamminga e lo stile della Controriforma, di cui diventò seguace quando, con Carlo Borromeo vescovo, operò nel Duomo di Milano. Il programma si chiude con due brani su basso ostinato, una passacaglia del compositore inglese John Eccles da un lato  le variazioni sulla Follia scritte dal più grande compositore napoletano del primo ‘600: Andrea Falconieri. Siamo qui in un clima completamente seicentesco, ma comunque assai coerente con il viaggio, lungo e variegato, fin qui compiuto. Al nostro percorso musicale si aggiunge il breve quanto efficace omaggio ad Alessandro Scarlatti del compositore Tiziano Citro, un brano dedicato al Tinctoris Consort e scritto nel marzo del 2025.

Interpreti

Biglietti

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